Silent Hill - Salvation, Una delle mie poche Fiction serie

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°Xander°
CAT_IMG Posted on 12/4/2008, 19:13 by: °Xander°




2



Si svegliò di colpo,come se qualcosa lo avesse tramortito improvvisamente,prendendo aria a pieni polmoni.
Respirava affannosamente e deglutiva per inumidirsi la gola che era totalmente secca.
Ci mise parecchi minuti prima di calmarsi,e solo allora appoggiò la testa sul volante della sua auto.
<<cielo>> sussurrò ad occhi chiusi.
Un altro incubo.
Ancora un altro maledetto incubo.
Iniziarono improvvisamente settimane addietro,senza un motivo apparente e la fine era sempre la stessa.
Bruciava vivo e una voce urlava il nome di una cittadina.
Una cittadina a lui inizialmente sconosciuta.
Ma gli incubi si fecero sempre più frequenti,quel nome doveva pur significare qualcosa,e soprattutto perché sognarlo se non ne aveva mai sentito parlare?
Fece delle ricerche scoprendo che Silent Hill era una delle località turistiche più gettonate dagli adolescenti.
Costruita sulle sponde del lago Toluca,si trattava di un luogo pacifico e affascinante…o almeno così lesse nell’opuscolo scritto dal sindaco della città.
Ma perché continuava ad avere quegli incubi in cui sentiva urlare quel nome,mentre le sue carni bruciavano?
Perché veniva urlato da lei?
Continuava a respirare poco regolarmente,mentre ad occhi chiusi continuava a chiedersi queste e altre domande.
I vetri dell’auto totalmente appannati gli impedivano di vedere oltre il parabrezza...ma nonostante l’inverno era oramai arrivato…caldo…aveva caldo.
Rialzò il capo decidendo di scendere dalla macchina e il freddo non lo sorprese,nonostante tutto afferrò la felpa poggiata sul sedile posteriore e la indossò sopra la maglietta nera che aderiva al corpo tonico mettendone in evidenza ogni singolo muscolo.
L’azzurro del cielo era invisibile coperto da uno spesso strato di nuvole grigie,la temperatura,stando al termometro della Jeep,era intorno ai dieci gradi centigradi.
Era lì.
Dopo mesi di incubi finalmente vedeva con i suoi occhi Silent Hill.
Doveva capire,cercava risposte.
Non era un caso o una semplice coincidenza che la persona che cercava di rimuovere dalla sua testa da anni,nei suoi incubi invocava il suo aiuto e gridava il nome di quel luogo.
Già.
Quella persona.
I suoi genitori avevano provato di tutto: polizia, i migliori detective di Los Angeles…spesero fino all’ultimo centesimo ma tutto fu inutile.
Gli mentirono.
Gli dissero che fu a causa di un litigio con loro,e che per questo era scappata di casa…ma sapeva che non era così.
La sua scomparsa non era dovuta ad una lite,non era dovuta ad un’incomprensione,non era dovuta a nulla.
Cindy era scomparsa misteriosamente.
Questa era la verità.
Scomparsa senza lasciare traccia,come se fosse sparita nel nulla.
Da allora,la sua vita divenne un tormento e una continua ricerca.
La cercò in città e in periferia,ma come avvenne a gente più esperta di lui,fu tutto inutile.
Non si arrese continuò a cercarla,ma dopo un anno fu troppo.
Per un ragazzino tredicenne era troppo.
Pianse.
Pianse per mesi,fino a quando i suoi occhi non ebbero più lacrime da versare.
Non era più certo di nulla,tutto in quel mondo gli sembrava irreale,ma aveva una certezza…solamente una…sua sorella non l’avrebbe mai più rivista,probabilmente era morta e lui non avrebbe mai assistito al suo funerale.
Non avrebbe mai più rivisto il suo corpo,il suo sorriso,i suoi capelli d’oro e i suoi occhi blu come il cielo.
Ma da due mesi…dall’inizio dei suoi incubi,dodici anni dopo la scomparsa di sua sorella,una scintilla sembrò illuminare il buio che regnava dentro di lui.
E adesso,mentre osservava con gli occhi color ghiaccio il lago Toluca,dall’osservatorio in periferia di Silent Hill,capì che quella città era il suo unico indizio.
Il suo sguardo cadde su delle scale scoscese che portavano in un sentiero boscoso,non poteva continuare per di lì se voleva raggiungere il centro.
Spostò lo sguardo verso l’immensa galleria che conduceva verso la parte ovest di Silent Hill,notando che dei cartelli a terra erano caduti da un unico messaggio sulla parte superiore del passaggio.
<< BEN…N…TI A SI…NT HI…L>> lesse ridacchiando sul grandioso messaggio di benvenuto che accoglieva i turisti.
Risalì in macchina,girò la chiave per mettere in moto,ma la Jeep non partì.
Tentò nuovamente ma il risultato era il medesimo.
Il suo occhio cadde sul tachimetro,cinquecentottantasette chilometri senza fare benzina…era ovvio,doveva immaginarlo,ma la foga di arrivare in quella città aveva levato dalla mente ogni singolo suo pensiero.
Si chiese se davvero quella ricerca avrebbe dato qualche risultato,avrebbe portato da qualche parte…e se fosse stato tutto un gioco della sua mente? Era lì senza motivo e…
<<alza quelle chiappe dal sedile Logan,ti aspetta una lunga camminata>> disse a se stesso interrompendo quei pensieri che lo stavano turbando.
Aprì il cruscotto prendendo la mappa della città e camminando si inoltrò all’interno della galleria verso la parte ovest della cittadina.
 
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