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La porta si chiuse alle sue spalle con un tonfo che echeggiò per tutta la hall del Brookhaven Hospital.
Continuava a tenere stretto il tubo di ferro trovato alla Texxon Gas e che l’aveva salvato subito dopo da…qualcosa che poteva essere definito solo con il termine ‘mostro’.
“Cindy”
Era solamente questo il suo pensiero in quel momento
Solamente sua sorella risiedeva nella sua mente,se davvero si trovava lì doveva sbrigarsi a trovarla e trarla in salvo.
Non si mosse di un centimetro,stette immobile con le spalle all’ingresso dell’edificio e il tubo di ferro in mano,mentre con occhi vigili si guardava attorno.
Era troppo intimorito da quel silenzio che regnava per proseguire ma d’altro canto dove sarebbe potuto andare?
L’unico suo indizio su questa città era l’ospedale nel quale era appena entrato,ed era quello il luogo da cui sarebbe iniziata la sua ricerca.
La visuale non era delle migliori: le luci a neon non funzionavano,e un piccolo bagliore entrava dal vetro dell’ingresso,per il resto l’edificio era completamente al buio.
Cominciò a camminare dirigendosi verso la porta che aveva di fronte leggendo con difficoltà la parola ‘Reception’ incisa nella targhetta saldata alla porta.
Entrò dentro,era un ambiente chiuso…una stanza a lui estranea ma che lo faceva sentire al sicuro,anche perché tutto era in perfetto stato come se quel luogo fosse stato lasciato un minuto prima del suo arrivo.
Si avvicinò alla scrivania nel quale erano poggiati molteplici relazioni cliniche.
Lisa Thompson,23 anni,residente a Silent Hill,affetta da schizofrenia.
Mike Millers,46 anni,residente ad Ashfield,ha ucciso la moglie cavandole gli occhi con una vite,momentaneamente in osservazione in attesa che vi sia posto nel penitenziario più vicino.
Jeremy Watson,18 anni,residente a Paleville,coma di decimo grado causato dall’eccessivo uso di alcolici.
Gwen Tarker,26 anni,residente a Silent Hill,percussioni multiple,trauma cranico e varie lesioni all’apparato scheletrico,sul corpo le è stato marchiato a fuoco uno strano simbolo;in osservazione.“Fantastico” pensò leggendo i vari referti “Fortuna che non ho frequentato medicina”
Una delle cartelle cliniche era parzialmente illeggibile
Paige Morgan,24 anni,residente a ----------,trovata al RoseWather Pa------- finge amnesia ------ abbiamo fermata------suicidio per causa depressiva------somministro amitriptilina.L’ultimo referto era totalmente sporco di sangue,non lo prese,ma cercò nonostante tutto di leggerlo.
Non appena vide il nome ebbe un sussulto.
Cindy Carter,33 anni,residente a Los Angeles-----------------------------------------------Il resto era totalmente illeggibile.
<< MERDA!>> urlò facendo volar via dalla scrivania tutti i fogli che caddero a terra sparpagliandosi.
Restò con il pugno chiuso poggiato nella scrivania fissando il referto clinico macchiato di sangue che non aveva fatto cadere.
<< Cindy>> sussurrò.
Improvvisamente udì un colpo da dietro la porta da cui era entrato seguito da un suono di qualcosa di viscido che veniva trasportato via.
Sussultò cercando di prendere il tubo di ferro che aveva poggiato a terra,e solo allora notò che tutti i referti clinici poco prima da lui letti,erano firmati dallo stesso medico curante: Shawn Walker.
“Se lui ha firmato tutte le cartelle cliniche, di sicuro avrà firmato anche quella di Cindy” pensò afferrando il tubo di ferro.
Andò per uscire quando improvvisamente gli sovvenne un dubbio,come era riuscito a leggere se dentro quella stanza il neon non era funzionante?
Si voltò vedendo che in una mensola dell’armadio era poggiata una torcia elettrica,si avvicinò per prenderla e portarla con se quando d’un tratto la luce si spense lasciando Logan nel buio più assoluto.
Ebbe paura,ogni volta che si trovava immerso nel buio,il suo incubo in cui bruciava vivo gli tornava alla memoria.
Cercò di afferrare al buio la torcia,non ci riuscì per due volte afferrando solamente l’aria,ci riuscì solamente al terzo tentativo,e senza pensarci due volte la riaccese,abbagliandosi il viso costringendolo a socchiudere gli occhi.
La strinse come se fosse un tesoro prezioso da custodire.
Sospirò di sollievo,si sentiva al sicuro con una guida come quella,una luce per illuminare gli angoli più bui di quell’edificio.
Sistemò la torcia nel taschino della sua felpa all’altezza del petto e riprese in mano il tubo di ferro.
Doveva cercare questo Shawn,se davvero Cindy si trovava in quell’ospedale,l’avrebbe trovato.
Uscì dalla reception,ma qualcosa lo terrorizzò.
Una macchia di sangue ancora fresco colava dalla facciata della porta e una scia,probabilmente dello stesso sangue,proseguiva verso un corridoio buio.
Era stato quello il colpo che aveva udito poco prima?
Di chi era quel sangue e chi era stato a fare qualcosa del genere? O per meglio dire cosa era stato?
Strinse a se il tubo di ferro,ma non riuscì a muoversi,il terrore l’aveva bloccato.
“Muoviti Logan…” pensò “…altrimenti potresti essere tu il prossimo” ma nonostante tutto i suoi muscoli si rifiutavano di entrare in azione.
Sentì il rumore di un portellone che si chiudeva,e urlò per il colpo improvviso.
C’era qualcuno oltre lui lì dentro,questo l’aveva già capito dalle strisce di sangue a terra,ma nonostante tutto adesso sapeva dov’era.
Lottò contro se stesso per ricominciare a camminare dirigendosi verso la bacheca all’ingresso e strappando la mappa dell’edificio che prima non era riuscito a vedere senza una luce.
Seguì le strisce di sangue a terra,evitando di fissarle a lungo,fino a quando arrivò al portellone che poco prima era stato sbattuto,di fronte alla stanza che doveva essere la cucina stando alla mappa.
Era di sicuro quello e la macchia enorme di sangue su di esso lo convinceva di tale supposizione.
Lo aprì timoroso,prendendo la torcia dal taschino e illuminando l’interno.
La scia di sangue continuava per condurre ad un secondo portellone che conduceva al corridoio in cui vi erano le varie stanze per i pazienti.
Entrò dentro la Day Room,facendo attenzione ai vari sgabelli posti in mezzo alla stanza,se ne avesse fatto cadere qualcuno avrebbe di sicuro provocato un rumore rimbombante che avrebbe attirato l’attenzione.
<< Non farmi del male>> udì improvvisamente.
Gli salì il cuore in gola dallo spavento,stringendo il tubo di ferro e guardandosi intorno.
<< Chi sei?>> chiese.
<< Ti prego,non farmi del male>> rispose la voce.
<< Stai tranquillo,non voglio farti nulla…fatti solamente vedere>>
Da dietro un letto abbattuto in un angolo della stanza si alzò timoroso un ragazzino,dodici anni al massimo.
<< Ehi…>> disse Logan avvicinandosi lentamente tenendo il tubo di ferro abbassato.
Il ragazzino cercò di indietreggiare impaurito ma trovandosi solamente il muro alle sue spalle.
<< No,no,no…tranquillo,non voglio farti del male>> disse fermandosi alla vista del gesto spaventato del ragazzino << Mi chiamo Logan>>
<< Br…Brad> disse il ragazzino ancora spaventato.
<< Benissimo Brad,puoi uscire>>
Si avvicinò nuovamente al ragazzino ma questo si accasciò nuovamente mettendosi poggiando la testa alle ginocchia per la paura,e per un attimo Logan rivide se stesso da bambino fare la stessa identica cosa,vizio che tutt’ora lo accompagnava quando aveva timore di qualcosa.
<< NO!>> urlò il ragazzino.
<< Ok,ok>> ribadì Logan fermandosi <<starò qui>>
Lo osservò: capelli e occhi castani,jeans e una magliettina con uno squalo su una tavola da surf.
<< Cosa ci fai qui Brad?>> chiese restando fermo al suo posto.
<< Aspettavo…aspettavo che papà finisse il turno>>
<< Tuo padre lavora qui?>>
<< Si,è primario di neurologia>>
<< D’accordo,poi cosa è successo?>>
<< Non lo so…non lo so…ho aspettato a lungo ma nessuno è più entrato da quella porta…ho pensato che mio padre si era dimenticato…>> prese fiato <<…di me,si sono spente le luci improvvisamente e ho deciso di uscire fuori…ma era come…come se l’intera città era abbandonata,c’era tanta nebbia e poi ho visto sangue a terra…ho…ho avuto paura e sono tornato qui>> raccontò Brad.
<< Hai fatto la cosa più giusta,sei stato davvero coraggioso ad uscire da solo di qui>>
Tentò nuovamente di avvicinarsi ma il ragazzino cercò invano di indietreggiare.
<< Perché hai così paura?Tu sai cosa è successo qui?>> gli chiese Logan.
<< Qualcosa…non so cosa…era orribile…è entrata da dove sei entrato tu,aveva il corpo di una persona umana…ma le sue gambe e la sua faccia…non aveva una faccia…io…ho avuto paura…teneva in una sola mano la testa di un infermiere,lo conoscevo…era un collega di mio padre…lui urlava,urlava di dolore e di terrore,fino a quando quella…cosa…gli ha staccato la testa,come se fosse quella di un pupazzo…c’era sangue dappertutto…poi non ho visto più niente,mi sono nascosto credendo che mi avesse trovato,ma è andato via>>
“Oddio” pensò “Se non fossi entrato dentro la reception sarebbe stato mio quel sangue”
Ebbe un brivido,era salvo solamente per una questione di minuti…di secondi.
<< Brad,puoi uscire…ti puoi fidare di me,non puoi stare qui,è pericoloso,quella cosa di cui mi hai parlato potrebbe tornare e questa volta magari ti troverà,sarei bugiardo se ti dicessi che sei al sicuro perché non lo sei>> lo incitò tendendogli la mano.
Il ragazzino esitò inizialmente,pensando se era davvero il caso di fidarsi di quell’uomo,ma era sicuro di una cosa.
L’uomo che gli era di fronte e che lo illuminava con una torcia tascabile era terrorizzato quanto e più di lui.
Brad uscì dal suo nascondiglio,camminando piano e osservando il sangue sparso in tutta la stanza e afferrò la mano protesa di Logan.
<< Bravissimo>> gli disse piegandosi sulle ginocchia e osservandolo negli occhi << Ora non dobbiamo far altro che cercare una persona>>
<< Chi?>> chiese il ragazzino.
<< Una ragazza,probabilmente era in questo ospedale…mia sorella,si chiama Cindy…ne hai sentito parlare?Magari da tuo padre?>>
Brad scosse la testa.
<< Mi dispiace>>
<< Tranquillo,non preoccuparti>> si rialzò guardandolo dall’alto << Andiamo?>>
<< Va…va bene>>
Logan si diresse verso la porta insanguinata che portava al corridoio delle camere dei pazienti,stringendo la mano di Brad con la mano sinistra,e il tubo di ferro con quella destra.
Aprì il portellone con cautela,senza fare il minimo rumore,e richiudendolo con altrettanta attenzione.
Si voltò per guardare il corridoio,e gli mancò il fiato.
La creatura che aveva descritto poco prima il ragazzino si trovava di fronte alla porta della stanza che secondo la mappa era la C2.
Il ragazzo l’aveva descritta in maniera parziale,le gambe della creatura erano simili alle braccia del mostro che aveva visto nella galleria,sottili all’altezza delle spalle per poi crescere in grandezza e volume alla fine,e come aveva detto Brad non aveva un viso ma perché era coperto da una maschera di ferro arrugginita.
La prima cosa che fece fu mettere la mano davanti alla bocca del ragazzino per impedirgli di urlare,spense la torcia e si nascosero entrambi dietro il muro della stanza C1,cercando di aprire la porta del bagno che era bloccata.
Guardò Brad e gli indicò di fare silenzio mettendo l’indice in su davanti alla bocca e alla punta del naso,dopo di che si sporse per osservare il mostro che aveva ancora in mano il corpo dell’infermiere decapitato.
Lo sbatté contro il muro,e avvicinando la maschera all’altezza dell’addome del cadavere cominciò a sbranarne le carni con tanta foga che il corpo sembrava avere ancora dimenarsi dal dolore.
Solo dopo averlo ridotto ad un ammasso di carne informe lo lasciò cadere,e si girò verso la direzione dei due.
Logan sgranò gli occhi dalla paura,e tornando a ripararsi dietro il muro cominciò ad ansimare e tenendo dietro di se il piccolo Brad.
Chiuse gli occhi mentre il cuore gli stava per esplodere nel petto.
<< Ti prego,ti prego>> sussurrò mentre udiva i passi della creatura umidi di sangue.
Aveva già ucciso un mostro,ma quello,ne era certo,non era alla sua portata.
Avrebbe ucciso prima lui e dopo il ragazzino.
<< Logan!>> sussurrò il ragazzino coperto dalle spalle di Logan .
<< Ti prego!Ti prego!>> continuava a sussurrare il ragazzo ad occhi chiusi.
I passi si fermarono,li aveva visti e adesso era di fronte a loro,sarebbe stato lento e doloroso mentre veniva dilaniato da quella creatura e…
Il botto di una porta che si chiude rimbombò in tutto il corridoio.
Aprì gli occhi lentamente non vedendo nessuna creatura di fronte a se.
Non sapeva dove fosse andata,ma quel corridoio non era sicuro.
Si voltò verso il ragazzino <
> prese fiato ancora incredulo di essere vivo << Possiamo andare>>
Brad annuì prendendo nuovamente per mano Logan,tutte le stanze dei pazienti erano bloccate,compresa la porta che portava al giardino,mentre la porta delle scale che conducevano al piano superiore era chiusa a chiave,l’unica via era l’ascensore funzionante,ma doveva prima controllare tutto il primo piano prima di passare al secondo.
Era proprio di fronte all’ascensore quando cominciò a parlare con il ragazzino per sciogliere la tensione,mentre si dirigevano a passo lento verso la Day Room.
<< Brad tu vivi qui a Silent Hill?>>
<< No a Paleville,la cittadina qui accanto>>
<< Non ho avuto la fortuna di andarci,ti prometto che quando usciremo da qui sarà il primo posto in cui andrò>> gli disse sorridendo,ma Brad era serio e impassibile << Sei mai stato a Los Angeles?>>
Il ragazzino scosse la testa.
<< Io vivo lì,quando vorrai sai dove venirmi a cercare>>
Arrivarono all’altezza della camera C1 quando di fronte a loro dalla Day Room uscì la creatura poco prima vista.
Brad urlò dal terrore mentre Logan non ebbe neanche il tempo di capire quello che stava succedendo quando il mostrò cercò di afferrarlo per il collo,ma si scansò in tempo evitando una morte certa.
Erano in trappola,come dei topi.
Indietreggiarono lentamente mentre il mostro avanzava a passi piccoli,sarebbero morti comunque.
No.
Avevano una via di fuga.
L’ascensore era funzionante,era solamente una questione di velocità.
Si girò di scatto afferrando la mano di Brad.
<< CORRI!>>